Ancora sullo stemma araldico del nostro comune

Lo stemma di un Ente territoriale è un simbolo che raffigura la dignità, la storia, la personalità e l'immagine di un Comune.


 

Si hanno notizie dello stemma di Cento sin dagli inizi del 1200 a quel tempo il nostro simbolo era composto da un gambero rosso in campo d'azzurro; prima del gambero rosso sembra fosse solo una C in campo d'aria.

Lo stemma del comune di Cento venne riconosciuto con decreto dello stato pontificio, di cui faceva parte, in data 29 luglio 1851.

La storia dello stemma è citata alle pagine 273-274 del volume di Alberto Paolo Torri "Gli Stemmi e i gonfaloni delle Provincie e dei Comuni Italiani"(Firenze 1963).

Nello stemma del Comune di Cento è presente un gambero rosso montante in campo d'argento caricato dal capo d'Angiò; l'animale si ritiene collegabile non tanto alle zone paludose dove è sorta Cento, quanto piuttosto a un diritto di pesca.

Avalla questa ipotesi la presenza, presso l'Archivio Storico Comunale, di una pergamena del 20 febbraio 1209 di Gerardo Ariosti, vescovo di Bologna, con cui concedeva ai centesi lo ius piscandi in totam vallem positam in corte de Cento, cioè il diritto di pesca in una grande valle ricca di gamberi.

Nella Storia di Cento Erri riporta che anticamente la città era chiamata anche Gambarario, e per impresa si era scelto un gambero in campo azzurro.

 

Il Capo d'Angiò, (D'azzurro carico di tre gigli d'oro, ordinati in fascia ed alternati dai quattro denti di un lambello di rosso), introdotto in Italia da Carlo d'Angiò, veniva concesso alla parte guelfa, a ricordo della vittoria su Manfredi ottenuta a Benevento nel 1266 evidenzia il legame di Cento con la politica pontificia.

 

A seguito della Bolla emanata il 21 luglio 1598 da Papa Clemente VIII (Aldobrandini) viene data licenza di modificare l'arma dello stemma cittadino, arricchendolo con l'arma gentilizia della famiglia Aldobrandini "d'azzurro, alla banda doppiomerlata d'oro accostata da sei stelle a otto raggi d'oro"; questa concessione viene confermata anche dal Breve del 20 dicembre 1758 di papa Clemente XIIII. Nel 1754 papa Benedetto XIV emana una Bolla con cui Cento è elevata al rango di Città, pertanto sullo stemma, a partire da tale data, deve figurare la corona turrita.

Dalla metà del XVIII secolo, come ci conferma anche Leonida Pirani, lo stemma di Cento rimane invariato sino all'avvento del Fascismo; a seguito del Regio decreto del 14 giugno 1928, nello stemma di Cento si aggiunge il fascio littorio d'oro, circondato da due rami di quercia e d'alloro, annodato da un nastro con i colori nazionali. con la caduta del fascismo lo stemma comunale riacquistò il suo aspetto originale.

 

Su richiesta dell'amministrazione Tuzet (2006-2011), che ha volutamente ignorato la storicità dell'emblema cittadino, è stata fatta richiesta per la concessione degli stemmi civici presso l'Ufficio Onorificenze e Araldica pubblica istituito presso il Dipartimento del Cerimoniale di Stato (presidenza del Consiglio dei ministri); l'ansia normalizzatrice della burocrazia italica ha cancellato le eleganti forme plurisecolari dello scudo imponendo come supporto lo scialbo scudo sannita.

Stando alle vigenti leggi in materia, con una semplice delibera comunale, si poteva dare ufficialità allo stemma riconosciuto con Decreto dello Stato Pontificio, di cui facevamo parte prima dell'unità d'Italia, in data 29 luglio 1851, mantenere cioè il nostro elegante stemma antico derivato dalle vicende storiche e fissato dalla tradizione.

Non sono dati a sapere i motivi per cui si sono fatte le richieste di cui sopra …

Il nuovo stemma ci è stato imposto col Decreto del Presidente della Repubblica datato 3 novembre 2010.

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