Il Palazzo del Governatore, detto anche
dell’Orologio o della Ragione, è uno dei monumenti storici vanto della città;
fu eretto nel 1502 in occasione del matrimonio fra Alfonso I d'Este e Lucrezia
Borgia e della conseguente annessione di Cento al Ducato ferrarese. Il palazzo
allora era costituito solo dalla parte di levante mentre la torre
dell’orologio, eretta in eleganti forme classiche dall'architetto centese
Francesco Giraldini, detto il Fradello (1520 -1582) e ricoperta da un
monolitico cupolino da Bartolino o Bertolino Gigli, fu completata nel 1550.
Il palazzo sorse con lo scopo di offrire una degna
residenza ai commissari ferraresi deputati al governo della città, funzione che
mantenne fino al 1598; fu poi residenza dei governatori apostolici fino al 1796.
Divenne poi dimora della pretura mandamentale, di uffici di pubblica sicurezza,
e poi anche del telegrafo e delle regie poste e della biblioteca pubblica. Fu
anche sede delle carceri dette del bargello e il quartiere dei birri.
Durante il ventennio fascista fu la sede del
fascio: la piazza del Guercino, allora chiamata Piazza XXVIII Ottobre era la
sede delle adunate delle camicie nere. Nei portici sotto il palazzo erano
situate diverse attività artigianali, botteghe e laboratori.
Restauri ed ampliamenti il palazzo li ebbe nel
1589 e nel 1594. L’attuale aspetto neo-medioevale del palazzo risale al
radicale restauro di Giuseppe Costa del 1919; la metamorfosi più eclatante è quella subita dalle
finestre, che si scandivano prima con regolarità, nella loro forma
rettangolare, protette da imposte, in corrispondenza di ogni arcata sottostante
e vennero trasformate poi in monofore, bifore e trifore sorrette da sottili
colonne ed accentuate dal motivo ad arco sovrastante.
Subì un’evidente trasformazione anche la
merlatura: sparì, in basso, la serie di archetti su cui poggiava, mentre nella
parte superiore i merli acquistarono la forma della “coda di rondine”.
Sulla facciata sono da notare le numerose ed
interessanti memorie ed epigrafi che ricordano taluni momenti della storia
centese. Sul cantonale della via Provenzali, una parasta in pietra bianca reca
incisi i livelli raggiunti dalle acque a seguito delle rotte del Reno. Dopo il
restauro conservativo della metà degli anni ’80 il palazzo è ora sede della
Civica Galleria d’Arte Moderna “Aroldo Bonzagni”, dell’Assessorato alla Cultura,
allo sport e della sala conferenze “sala Zarri” nonché, al piano terra,
dell’ufficio Pro Loco.
RenoMetro |
Commenti
Posta un commento