Palazzo del Municipio

Palazzo del Municipio

 

Prima del 1612 i rappresentanti del Comune di Cento si riunivano per trattare i pubblici affari presso abitazioni private; questa consuetudine rimase sino a quando la Municipalità decise di acquistare alcune case che si affacciavano sulla piazza principale della cittadina e si diede vita al primo nucleo dell'attuale Residenza Municipale come sede fissa.

Fu proprio nel 1612 che venne perfezionato il cantiere per la costruzione del Palazzo della Comunità sotto la direzione dell'architetto centese Orazio Gandolfi che dopo aver ottenuto l'autorizzazione da parte di Troiano Turchetti da Sasso Ferraio, che in quegli anni era governatore per lo stato della chiesa, iniziò la realizzazione dei portici a sostegno di una loggia scoperta, delimitata da una ringhiera e da una balaustra in marmo bianco.

Nel maggio del 1756 fu collocata sopra la facciata principale del Palazzo una statua di marmo raffigurante Benedetto XIV seduto, in abito pontificale con la mano destra benedicente, opera del veronese Antonio Finali, distrutta nel gennaio del 1798, venne anche posto lo stemma della Comunità di Cento insieme a quello del Papa e, lateralmente, gli stemmi del Cardinale Legato di Ferrara Giovan Francesco Banchieri e dell'Arcivescovo di Bologna Cardinal Malvezzi.

Successivamente, il piano terra dell'edificio venne adibito a sede del Monte di Pietà e ivi rimase sino al 1820.

Nello stesso anno l'amministrazione comunale approntò un progetto per la realizzazione di botteghe artigiane, l'ampliamento della Computisteria Comunale e la ristrutturazione degli alloggi per il custode e il Capo ufficio al terzo piano del Palazzo, adiacenti al "granaro municipale".

Importanti lavori di ampliamento e ristrutturazione interna si ebbero dopo il 1830, a seguito della donazione del gonfaloniere Pietro Giacomo Mangilli di un edificio di sua proprietà confinante con la Residenza municipale, lungo l'attuale corso Guercino e dell'acquisto, nel 1849, del terzo piano della casa delle sorelle Mangilli per poter così sanare le esigenze del Palazzo Comunale che oltre a dei locali per uso ufficio mancava di una Sala di Consiglio.

Nel 1924 la facciata del Municipio prospiciente piazza Guercino venne fatta oggetto di un importante restauro.

I progetti presentati dall'ufficio tecnico risultarono diversi, fortunatamente soluzioni 'invasive' non ebbero seguito, prevalse l'idea di restaurare la facciata, ricostruendo completamente l'alzata del Palazzo, demolita per ragioni di sicurezza.

Nel 1950 la Cassa di Risparmio acquistò i locali a piano terra in angolo tra corso Guercino e via Provenzali per realizzare la sede dell'Agenzia n.1; i lavori di ristrutturazione risultarono radicali: allargamento delle vetrine d'accesso, rivestimento in travertino dell'intera facciata, completa pulitura delle pareti interne e posa di un rivestimento in lastre squadrate di quarzite.

Agli inizi degli anni '70 la Cassa di Risparmio decise di trasferire la sede e i locali e adibire questo spazio a Sala contrattazioni; dal 1999 è sede dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico.

Oggi il Municipio si presenta con forme lineari e semplici, dipinto con i colori della tradizione centese; il giallo ocra e il rosso mattone. La facciata, caratterizzata da un portico prominente a tre grandi arcate antistante l'ingresso principale del palazzo, è tripartita da lesene con capitelli classicheggianti di colore bianco che scandiscono gli spazi entro cui, nella fascia mediana, si aprono tre grandi porte a vetri attraverso le quali ai accede, dalla interna sala consiliare, alla marmorea balconata che taglia orizzontalmente il prospetto per tutta la sua lunghezza.

Nella parte superiore cuspidata, si collocano due piccole finestre, l'alto fastigio è costituito ai lati da due piccole balaustre bianche che richiamano, armonizzando l'insieme, il parapetto della balconata e centralmente da una piccola campana sotto la quale domina lo stemma della città.

La sala del consiglio subì un restauro nel 1869 ad opera del pittore Antonio Lazzari che nell'occasione decorò anche lo studio del Sindaco e la "sala Rossa", piccola stanza attigua, così chiamata per il colore del rivestimento raffinato delle pareti; di rilievo in essa è il soffitto, tripartito da due travi in legno, interamente decorato con dipinti che riproducono festoni, tendaggi ed elementi floreali, in uno stile che alcuni accomunano a certi esempi pompeiani.

Ulteriori restauri nella sala consigliare furono eseguiti nel 1920, da Arturo e Ettore Lazzari, figli dell'Antonio, che la portarono allo stato attuale.

Sul pavimento in marmo, venne posta in essere dall'ingegnere Cesare Burgatti una linea meridiana calcolata per essere fissata sul 44° e 43 minuti di latitudine boreale, puntando la proiezione solare al segno del Cancro il 21 giugno, giorno nel quale la tradizione e il mito vogliono che Cento sia stata fondata.

Circondano l'aula, per gran parte della sua lunghezza, gli eleganti e imponenti scranni lignei dei consiglieri e del sindaco, opera di Ercole Lazzari.

La fascia superiore delle pareti è decorata da stucchi alternati a dipinti in stile floreale, con elementi derivanti da grottesche, su fondo blu.

Ai quattro angoli della sala sono le iscrizioni

"SUPREMA LEX"

"SALUS POPULI"

"PUBLICAE ANTEFERANTUR"

"PRIVATIS UTILITATIBUS"

che alludono e ricordano gli scopi e i compiti della municipalità, al servizio del popolo e della giustizia.

Due bassorilievi in terracotta rossa si trovano al centro della decorazione delle pareti nord e sud della sala.

Nel primo è raffigurata la personificazione della Giustizia alata, seduta su un trono tra le nubi, avvolta in ampie vesti panneggiate: nella formella si legge la scritta "PAX OPTIMA RERUM"; nel secondo bassorilievo è modellato un contadino intento ad arare un campo con due buoi e sopra la scena leggiamo il motto "LABOR OMNIA VINCIT".

Sempre nella fascia alta decorata compaiono alle quattro pareti sei stemmi: emblemi di altrettante città.

Il soffitto dell'aula consigliare è impreziosito da decorazioni a stucco e affresco: in corrispondenza del centro della sala, compare lo stemma di Cento inserito in una cornice a volute a stucco bianco e oro.

Nel palazzo comunale si conservano alcuni pregevoli altorilievi, ricordiamo i ritratti di Dante Alighieri e Vittorio Emanuele II° eseguiti da Stefano Galletti e quelli di Ugo Bassi e di Giuseppe Garibaldi opere del Balboni.

Commenti

  1. nella notte dell'8 febbraio 1951 suonò, per la prima volta a memoria d'uomo, la campana del municipio detta "martinetta" batté i suoi rintocchi a martello in segno d'allarme e grande pericolo, erano le cinque della mattina e il Reno minacciava di straripare e invadere con le sue acque la città … ma almeno un’altra volta ha suonato ed è anche cinematograficamente documentata; nel “La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone”, film del 1975, Il paese attraversato in taxi dal barone Pellacani, la gambina maledetta; è Cento, e quando il taxi entra nella nostra piazza la "martinetta" batte a morto per il funerale della di lui nonna

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