Rocca


 

Le prime notizie dell'innalzamento di una Rocca a Cento da parte dei Bolognesi, il cui vescovo era anche Signore di Cento, risalgono al 1378; la Rocca doveva permettere di sorvegliare i sudditi dall'alto, e costituiva uno strumento di guerra con presidio permanente. Di questa Rocca non è stato possibile ricostruirne la struttura, pur essendone rimasti alcuni elementi. Si sa che fu poi fortificata nel 1390 ad opera di Zanolino dei Malvezzi, ma gravemente danneggiata nel 1404 nel corso dell'assedio di Ricciardo Pepoli e ripristinata nel 1416 con lavori ordinati dal Senato di Bologna.

Lo storico Monteforti scrive che nel 1458, per volere del papa Pio II (al secolo Enea Piccolomini), essendo Signore di Cento il Vescovo di Bologna Filippo Calandrini, pensò egli di erigere a Cento una nuova Rocca in quanto diroccata ed abbandonata quella costruita in precedenza dai Bolognesi, aggiungendo quanto fosse necessario per costruirvi una fortezza capace di sufficiente presidio e di artiglieria. L'opera fu compiuta grazie a 4125 lire bolognesi ricavate dalla vendita dei terreni di Malafitto nel 1459 ma completata nel 1465 come afferma la lapide posta sopra l'attuale porta d'ingresso "PHILIPPUS CAR. E. EPS BONONI NICOLAI V POTIFICIS GERMANUS NATIONE SERZANEN HANC ARCEM A FUNDAMENTIS EREX ANO DNI. MCCCCLXV" Queste notizie ci riportano alla collocazione di Cento quale terra di confine sul cui territorio avvenivano spesso battaglie per la sua conquista. È un altro Vescovo e Signore di Cento che ordina l'ampliamento e l'abbellimento della struttura nella parte ad ovest, le cui fondamenta erano state gettate dal Calandrini.  Il Vescovo è Giuliano Della Rovere, il futuro papa Giulio II e l'anno è il 1489. Nella Rocca furono dunque alzati due torrioni e furono abbellite alcune camere al pian terreno con pitture a fiorami visibili in alcune parti delle volte. Non si hanno più notizie di lavori eseguiti alla Rocca fino al 1540 quando un incendio, divampato a causa di discordie cittadine, bruciò l'appartamento del Camerlengo, uccidendo lui e due suoi servi. Correndo velocemente attraverso i secoli, nel 1628 ancora durante una guerra, quella per la successione al ducato di Mantova, Cento fu militarizzata al massimo Sì procedette alla fortificazione della città priva di mura e al rafforzamento delle porte e mezzelune della Rocca. Due anni più tardi. nel 1630, a causa di una grave pestilenza lo stabile fu adibito a lazzaretto. Nel XVIII secolo la Rocca venne data in affitto dalla reverenda Camera Apostolica alla Comunità di Cento per utilizzarla come carcere mandamentale e tale funzione mantenne fino al 31 marzo 1969. Dopo alcuni anni di totale abbandono. cominciò a prendere forma il progetto di recupero integrale dell'edificio. Il primo lotto dei lavori risale al 1986. Oggi, che è stato completato il suo restauro, è sede di molteplici iniziative di carattere culturale ed artistico.

Commenti

  1. La Rocca di Cento è situata a sud, in direzione di Bologna, dove si apriva anche l’ingresso principale segnato da una massiccia torre, sulla quale sono ancora visibili le tracce di un ponte levatoio (la rocca doveva infatti un tempo essere circondata da un fossato).
    La costruzione vanta inoltre altre tre torri, poste rispettivamente in direzione nord-est, nord-ovest e sud-ovest.
    Fu ricostruita e ristrutturata nei secoli per rispondere ai moderni canoni dell’architettura militare e per reggere i ripetuti assalti di truppe nemiche; l’aspetto attuale, privo del fossato e dei ponti levatoi, è frutto dell’impronta che volle dargli nel 1483 Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II.
    Nei secoli successivi la Rocca ricoprì una funzione di prigione. Oggi gli interni, completamente restaurati, presentano stanze degne di interesse, come la cappella, la sala della trifora, le cannoniere, le prigioni, che ci narrano storie di amori tragici, banditi sanguinari, apparizioni miracolose o fughe rocambolesche.

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