Santuario della Beata Vergine della Rocca

Santuario della Beata Vergine della Rocca-

L 'edificio, costruito nel 1609, originariamente venne dedicato allo Spirito Santo ed era sede delle funzioni dei Canonici Regolari Lateranensi di S. Salvatore. Dopo un susseguirsi di alterne vicende, nel 1796, l'edificio ormai del tutto privo di religiosi, venne trasformato in caserma mantenendo però consacrata la chiesa.
Nel 1804 vi fu collocata l'immagine della Beata Vergine della Rocca e venne costruito un nuovo atrio d'ingresso. Dopo vari restauri, avvenuti nel 1819 e nel 1844, i Minori Cappuccini ne presero il possesso nel 1857. Su disegno del Padre Francescano Angelo Regazzi da Ferrara nel 1870 venne completamente riedificato il campanile.
Nel 1884 nuovi lavori portarono praticamente alla demolizione dell'intero stabile e alla sua ricostruzione sotto la guida dell'architetto bolognese Brighenti, nell'occasione furono realizzate nuove decorazioni a stucco e innalzato l'Altare maggiore.
Oggi l'edificio presenta una semplice facciata monocuspidata caratterizzata da un grande arco di tipo serliano sorretto da doppi pilastri, che determina l'area del massiccio vestibolo, l'interno è a pianta longitudinale ad unica navata coperta da volta a crociera con quattro cappelle per lato. Nell'edificio vi sono due dipinti di un certo interesse: "La discesa dello Spirito Santo" del piacentino Soldoli qui collocata nel 1891 e "Le Stimmate di San Francesco" di scuola guerciniana.
Sono anche presenti 18 ovati, raccordati da festoni di stucco, con altrettante effigi di santi e beati dell'Ordine cappuccino e alle pareti, le 14 formelle bronzee rappresentanti la Via Crucis opera di Salvatore Amelio.
Nel 1956 la chiesa, fino ad allora proprietà del comune, fu donata ai cappuccini e, dopo pochi mesi elevata al grado di Santuario.
Al suo interno, nel 1959, venne collocato un maestoso organo a canne. Nel 1986 nell'abside del santuario fu inaugurato un pregevole coro ligneo, composto da 14 stalli in massello di noce bolognese, decorati e intagliati con varità di motivi, quest'opera la si deve al concittadino Dino Bonzagni e alla Scuola di Artigianato Artistico.
Durante l'Anno Santo del 2000 varie iniziative devozionali del Vicariato centese hanno avuto il loro centro nel santuario, con pellegrinaggi e manifestazioni di preghiera. In occasione del bicentenario della traslazione dell'immagine della Madonna della rocca (2004) è stata promossa la "peregrinatio Mariae" per il vicariato di Cento, al fine di promuovere la devozione alla Madre di Dio.
Beata vergine della Rocca
L'origine di questa Immagine non si conosce con esattezza, sia per le vicende dei tempi, sia per i pochi e non sempre sicuri documenti che ci sono pervenuti. C'è chi pensa che l'affresco della Madonna della Rocca sia opera di un soldato polacco, di guarnigione nella Rocca, che all'incirca nel 1460 volle ritrarre la Madonna di Czestochowa, patrona della Polonia.
C'è pure chi fa risalire l'origine di questa venerata Immagine a un comandante militare della Rocca, durante la dominazione estense. Infatti nell'archivio comunale di Cento si conserva una memoria, datata 1597: "Mentre si trovava nella terra di Cento, il Marchese Baso napoletano fece dipingere nella Gran Rocca di Cento un'immagine di Maria sempre Vergine, con una goccia di sangue che Le scende dal naso, e questa per il gran miracolo accaduto circa l'anno 1516 alla Madonna dell'Arco, dipinta in un muro, vicino alla villa di S. Anastasia presso Nola…".
L'Immagine, dipinta nel locale corpo di guardia in adiacenza all'ingresso attrezzato di ponte levatoio e di rivellino, fu guardata con venerazione dai soldati di guardia, da quelli che uscivano in spedizione e da quelli che rientravano.
Agli inizi del 1700, un servente della Rocca, rimase colpito dallo stato di abbandono dell'Immagine e si propose di migliorare la situazione, stabilendo nella stanza dell'Immagine degli appunti di preghiera, che dovevano interessare anche i soldati.
Ben presto ci si accorse che la Vergine era larga di grandi grazie, e cominciò così a divulgarsi per Cento e dintorni la voce circa il nuovo polo devozionale.
Infatti in quella stanza cominciarono a raccogliersi varie persone, cantando di sera le litanie, recitando le orazioni. La devozione crebbe, da una stanza, si passò ad adibire un ambiente a cappella per la celebrazione della Santa Messa su concessione della Camera Apostolica, fu il sacerdote centese Giuseppe Gallerani che si prese carico della trasformazione della semplice stanzetta in cappella ornandola dal pavimento al tetto e il 12 luglio l'immagine venne benedetta come Beata Vergine della Pioggia in relazione alle necessità del periodo.
Il 16 luglio 1722 il papa Innocenzo XIII concesse l'indulgenza plenaria ai fedeli che visitassero l'oratorio, dai primi vespri del 14 agosto fino al tramonto della solennità dell'Assunta.
Con ciò iniziava la tradizione di festeggiare la Madonna della Rocca nel giorno dell'Assunta. Nel 1803 un ordine del Comune stabilisce di unire tutte le prigioni della Città e distretto in questa Rocca.
Ciò renderà impossibile l'accesso dei fedeli alla cappella attraverso il cortile delle carceri, pertanto si propone il trasferimento dell'Immagine nella vicina chiesa dello Spirito Santo.
Grazie all'interessamento tra le autorità ecclesiastiche, civili e amministrative, l'Immagine della Madonna della Rocca, viene rimossa dall'antica cappella all'interno della Rocca il 6 luglio 1804 e portata in una chiesa di Cento.
Il 24 settembre 1804 viene definitivamente trasferita nella Chiesa dello Spirito Santo che cambiò poi nome in omaggio alla Madonna e all'effige.
L'immagine fu meta di continui pellegrinaggi ed ottenne il titolo di "Salus infirmorum", per la protezione che la popolazione di Cento aveva sperimentato durante una grave epidemia di colera: dopo un triduo di suppliche alla Vergine, l'8 luglio 1855 erano cessate le morti a Cento.

Incoronazione dell'immagine
Il 15 agosto del 1939 le immagini della Vergine e del Bambino vennero incoronate dal cardinale G. Battista Nasalli con due nuove corone ottenute con la fusione degli oggetti d'oro offerti nei decenni dai devoti

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