Monumento ai caduti


 

Il Monumento ai caduti, costruito a porta, o volendo a piccolo Arco di Trionfo, delimita il cortile della Fondazione Don Giovanni Zanandrea nata per accogliere gli orfani di guerra dal 1918

 

In stile classico a tre archi con quattro colonne doriche, fu innalzato su progetto dell'architetto Gian Francesco Costa (Cento 1892 - Cento 1933) per onorare i Caduti e costituire un portale per l'orfanotrofio maschile (con annessa Scuola d'arti e mestieri) creato il 24 marzo 1918 per i figli di quanti erano morti in guerra.

I lavori di costruzione iniziarono nell'ottobre del 1929 e si protrassero per oltre un anno; la cerimonia inaugurale avvenne il 24 maggio 1931 (anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia), alla presenza dell'allora Ministro dell'Aeronautica, Italo Balbo.

Il monumento fu finanziato col denaro raccolto dal Comitato per l'erezione del "Monumento a Ugo Bassi e ai caduti" e fu realizzato dalla Cooperativa edilizia "Ugo Bassi" di Cento, per la parte muraria, e dalla Cooperativa cementista di Bologna per i rivestimenti

L'intera struttura è in mattoni, rivestita in cemento colorato e trattato con sale grosso per ottenere l'effetto del travertino; le scritte sull'attico e sugli archi sono con caratteri in bronzo, così come di bronzo sono i serti all'interno degli archi.

Le iscrizioni dei proclami e dei nomi dei caduti sono incise e colorate su lastre di marmo biancone di Verona.

 

Sul frontone del monumento è presente la dedica dello stesso realizzata con caratteri a rilievo;

 

 "AI MARTIRI ED AI CADUTI

DELLA PATRIA INDIPENDENZA

MCMXXX"

 

Gli archi laterali sono tamponati e presentano due lastre di marmo con incisi i nomi dei Caduti nelle guerre d'indipendenza e nella prima guerra mondiale. Sopra i due archi c'è un verso tratto dall'Eneide di Virgilio (VI, 883) MANIBUS DATE LILIA PLENIS (versate gigli a piene mani).


All'interno dell'arco maggiore ci sono 2 lastre in marmo: una sulla sinistra con inciso il "Proclama agli Italiani della Lombardia, della Venezia, di Piacenza e Reggio" che Re Carlo Alberto lanciò dal suo quartier generale a Lodi il 31 marzo 1848 durante la Prima Guerra d'Indipendenza, l'altra sulla destra con inciso il "Bollettino della Vittoria" con cui il generale Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito, annunciò, il 4 novembre 1918, la resa dell'Impero austro-ungarico e la vittoria dell'Italia nella prima guerra mondiale.

 

Sia a destra che a sinistra del monumento ci sono i muretti di recinzione su cui furono poste, dopo la seconda guerra mondiale, quattro lastre di marmo con incisi i nomi dei Caduti e dei Dispersi in quel conflitto.

 

Sulla chiave di volta, è presente una testa di fante scolpita dall'artista Antonio Alberghini (Pieve di Cento, 1888 - 1979). Nell'attico del monumento ci sono due tondi, anch'essi opera di Alberghini, raffiguranti le allegorie della Vittoria e della Patria. Serti in bronzo, fasci e scudi completavano le decorazioni del monumento. A terra, davanti agli archi tamponati, sono poste due anfore con base a tripode di metallo opera del fabbro centese Albano Gozzi

Fonte foto internet (Renato Baruffaldi)

l'immagine del monumento è di Renato Bafaldi, scar





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