Palazzo Arcivescovile

Palazzo Arcivescovile.



 

L'imponente palazzo oggi sede della Fondazione Don Giovanni Zanandrea, fu in origine il Palazzo Arcivescovile, nel catasto del 1750 è indicato con la denominazione di "Palazzo della Mensa Arcivescovile di Bologna".

 

Costruito come residenza estiva del clero, Il palazzo fu sede dei Commissari arcivescovili; aveva proprie scuderie, fienili, magazzini, carcere (in quanto tribunale ecclesiastico) e un proprio corpo di soldati.

Non si hanno notizie certe relative alla data di costruzione, ma si è a conoscenza di importanti lavori, risalenti al 1676, per volere del cardiale Girolamo Buoncompagni; nel 1766 il cardinale Vincenzo Malvezzi lo fece riedificare retrocedendolo rispetto all'attuale via Matteotti, creando due ingressi di cui quello principale frontale all'accesso secondario della chiesa di San Biagio.

la Mensa arcivescovile traeva la parte più consistente delle sue entrate dalle decime cento-pievesi. Alla metà del '700, su di un'entrata valutata in circa 62000 lire annue ben 14400 lire venivano dalle decime di Cento, 6350 lire da quelle di Pieve, 5300 lire da quelle di S. Giovanni. Bagnarola e Bagnetto e 6500 lire dai beni di S. Matteo della Decima.

Appartenne alla Mensa Bolognese fino al 1866, poi a seguito dell'alienazione dei beni della chiesa, il Palazzo diventò proprietà del Demanio e, nel 1874, venne acquistato da Antonio Mangilli.

Il 24 marzo 1918 si costituisce un Comitato esecutivo, composto  di cinque personalità centesi per l'erezione di un Orfanotrofio maschile con annessa Scuola di arti e mestieri; il 28 marzo successivo, con atto notarile redatto dal dr Umberto Gigli, l'Orfanotrofio maschile, attraverso il Comitato esecuti­vo, acquista dagli eredi Palazzo Mangilli e fabbricati attigui con giardini e corte prospicien­te via Baruffaldi, corso Ugo Bassi, via Matteotti al prezzo pattui­to di 70.000 lire, così ripartito: 25.000 con un mutuo con la Cassa di Risparmio di Cento, 45.000 in contanti

Nel 1929 nell'area del giardino, sotto la direzione dell'architetto centese Gian Francesco Costa, hanno inizio i lavori per la costruzione del monumento per commemorare i centesi Caduti nelle guerre d'indipendenza e nella prima guerra mondiale; il monumento fu inaugurato il 24 maggio 1931 alla presenza dell'allora Ministro dell'Aeronautica, Italo Balbo.

Nell'agosto 1941, su istanza del suo Commissario, comm. Arrigo Taddia, l'Orfanotrofio viene eret­to in Ente Morale con R.D. 7.8.41/1118

Gli anni della 2° guerra mondiale pongono l'Ente di fronte al grave problema delle famiglie sfol­late, colpite dagli eventi bellici e cedette loro, gra­tuitamente, in uso dal 1 dicembre 1943 al 30 novembre 1945 una por­zione di fabbricato non occupato dalla Caserma della Guardia Nazionale Repubblicana; successivamente due bombe, nella notte del 21 agosto 1944, sganciate dal misterioso Pippo" centrano la sede cen­trale dell'Istituto, sfondando il tetto, facendo crollare tutto il piano superiore e provocando 4 morti, due militi della GNR, un soldato tedesco e una donna, Ladercia Neri in Laurenti, appartata in una casa di fronte + due feriti.

Con l'acquisto della prima suppel­lettile necessaria, oltre ai 18 letti completi ed altro materiale recupe­rato da Arrigo Taddia da un ospeda­le militare dismesso, l'Orfanotrofio viene aperto il 7 gennaio 1946 con 15 ragazzi nei locali restaurati nel braccio centrale della sede. Nel 1953 il Card. Giacomo Lercaro benedice ed inaugura i locali ri­strutturati, in grado di accogliere 120 ragazzi, oltre agli operatori.

Rimarrà orfanatrofio fino al 1970, poi  diverrà collegio maschile titolato come "Collegio Convitto Giovanni Zanandrea", con personalità giuridica di diritto privato  e infine Fondazione "don Giovanni Zanandrea", una onlus, Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) risultante dalla trasformazione - avvenuta nel 1998  in base al DL 460/97 -  del " Collegio Convitto Giovanni Zanandrea", a sua volta depubblicizzato nel 1992 con il passaggio da IPAB (istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza) ad ente fondazione di diritto privato.




Commenti

  1. Nel 1999 il presidente Giovanni Pirani avviava una completa ristrutturazione degli immobili per una spesa di 8 miliardi di lire, interamente a carico della fondazione stessa, da realizzarsi con la vendita di parte dell'edificato e con un mutuo entro il 2001. Il progetto dello studio ing. Aleotti prevedeva la trasformazione dell'originale comparto di 4550 mq in un complesso di 8mila mq di cui 2 mila destinati ad uso commerciale, 2600 ad uso residenziale (28 appartamenti parte in affitto parte per uso sociale) e 1750 mq di parcheggi
    La Fondazione Don Giovanni Zanandrea oggi possiede complessivamente 3500 metri quadri di patrimonio immobiliare, di questo patrimonio oltre il 50 % è destinato a finalità di tipo sociale, e oltre 2000 mq di area verde, Giardino Don Giovanni Zanandrea che grazie alla apertura della sede del Centro sociale Ugo Bassi di Cento, più noto come centro anziani, in una porzione di immobile al piano terra già in locazione al Comune di Cento è ora aperto e fruibile dalla cittadinanza centese .

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